L’esterno argentino “El Galgo” è ufficialmente tornato in Italia: ha firmato con il Barletta 1922. Ex Inter e Atalanta tra le altre, è tornato in Italia per giocare con il club pugliese in Serie D dopo le recenti esperienze in Argentina.
”Un matrimonio che si fa, grazie all’unita di intenti, dopo una trattativa che era nata sott’acqua” ha riferito il direttore sportivo Luigi Pavarese. Una trattativa quella di Ezequiel con la società del Barletta, abbastanza tranquilla, il direttore ha infatti voluto proprio sottolineare che è stato affascinato dal giocatore e dal suo essere “uomo” dato che ha dimostrato determinazione e voglia di rimettersi in gioco in Italia. “Mi ha inorgoglito il fatto che abbia scelto Barletta”
“Sono entusiasta di conoscere i miei compagni e i tifosi che sui social mi hanno riempito di affetto e non vedo l’ora di poter scendere in campo” le prime parole di Schelotto che poi ha tenuto a sottolineare il fatto che ora è tutto nelle sue mani, ha scelto questo progetto e non altri, proprio per la voglia e la determinazione della società. “Vengo qui con umiltà, vivo il presente e non il passato, voglio dimostrare tanto e sono qui solo per vincere non per fare le vacanze. Volevo una piazza calda e questa lo è, questa è una società e tifoseria che non dimostra questa categoria. Dimostrerò e voglio dimostrare con i fatti, sto bene fisicamente e mentalmente, ho finito di giocare in Argentina 5 giorni fa.” Poi l’esterno argentino ha concluso esprimendo la sua voglia di portare esperienza in una squadra che non dovrà essere il “Barletta di Schelotto”, ma un Barletta, “un noi” come ha tenuto a specificare il giocatore, che come squadra dovrà fare tantissime belle partite. “Domani incontrerò l’allenatore è capiremo insieme dove potrò dare il mio contributo”
Una squadra quella del Barletta che giorno dopo giorno si sta formando sempre più, il direttore sportivo ha comunicato la sua voglia di avere almeno l’80% della squadra entro fine mese, aggiungendo diverse pedine “che possano dare qualcosa di importante alla città e alla tifoseria”, per un “noi” che i barlettani sperano solamente che possa essere capace di fare molto in una città che da sempre ha fame di calcio.
Savio Rociola
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