Aumento delle rette nelle RSA: Perrini (FdI) accusa la Regione Puglia di scaricare i costi sulle famiglie

“Famiglie oppresse da aumenti retroattivi. Intervenga Emiliano”

di Redazione

Bari. Renato Perrini, consigliere regionale e capogruppo di Fratelli d’Italia all’opposizione in Puglia, ha rilanciato con forza la questione dell’aumento delle rette nelle RSA, definendo la situazione «insostenibile» per le famiglie dei pazienti. In una dichiarazione rilasciata oggi, Perrini ha fatto appello al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e all’assessore alla Sanità affinché intervengano per risolvere quella che definisce «un’annosa questione».

La polemica nasce dalla decisione della Regione Puglia di aumentare la quota di compartecipazione alla spesa per i pazienti delle RSA. Secondo Perrini, alle famiglie sono state inviate raccomandate con richieste di pagamento retroattivo, che includono aumenti delle rette dal 30% al 50%. Questi importi, che possono raggiungere diverse migliaia di euro, non sono detraibili fiscalmente in quanto riguardano vitto e alloggio, rappresentando un ulteriore aggravio economico per i parenti dei pazienti.

«Non c’è serenità per i familiari dei pazienti delle RSA», ha dichiarato Perrini, sottolineando come la situazione stia creando disagi e difficoltà economiche per molte famiglie già in difficoltà.

Perrini ha ricordato che, fino al 30 settembre 2022, la quota di compartecipazione alla spesa era ripartita in modo diverso: il 70% a carico delle ASL (circa 2.000 euro al mese) e il restante 30% (circa 1.000 euro al mese) a carico del paziente. Tuttavia, a partire dal 1° ottobre 2022, la Regione Puglia ha stabilito nuove tariffe, fissando la quota di partecipazione al 50% (1.500 euro al mese) invece del 30%.

Inizialmente, i pazienti ricoverati prima del 1° ottobre 2022 erano esentati dall’aumento, continuando a pagare la quota del 30%. Ma con la delibera di giunta 659/23, approvata nel 2023, la Regione ha esteso l’aumento al 50% anche a questi pazienti, a decorrere dal 1° luglio 2023.

Perrini ha sollevato la questione già nei mesi scorsi, chiedendo un’audizione in Commissione Sanità. «Mi fu detto che fino al 30 settembre 2022 la suddetta somma era ripartita per il 70% a carico delle ASL e il 30% a carico del paziente», ha spiegato il consigliere. Tuttavia, con le nuove disposizioni, la situazione è cambiata radicalmente, portando a un aumento significativo dei costi per le famiglie.

Per questo motivo, Perrini ha depositato una nuova richiesta di audizione in Commissione Sanità, chiedendo un intervento immediato per risolvere quella che definisce «una situazione inaccettabile».

Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia non ha risparmiato critiche alla gestione della questione da parte della Regione Puglia. «Da sempre mi sono impegnato affinché siano accreditati tutti i posti letto e i posti nei centri diurni rientranti nel fabbisogno programmato», ha dichiarato Perrini, aggiungendo che «non è possibile ed è immorale che la quasi totalità dei pazienti debba pagare di tasca propria».

Perrini ha sottolineato come la Regione abbia l’obbligo di garantire la quota sanitaria per tutti i cittadini, non solo per alcuni. «La Regione deve farsi carico delle proprie responsabilità», ha concluso, «e non scaricare i costi sulle famiglie, già provate da una situazione economica difficile».

La questione sollevata da Perrini ha riacceso il dibattito sulla gestione delle RSA e sul ruolo delle istituzioni nel garantire un accesso equo alle cure e all’assistenza sanitaria. Resta da vedere se la richiesta di audizione porterà a un confronto costruttivo in Commissione Sanità e se la Regione Puglia deciderà di rivedere le proprie politiche in materia.

Intanto, le famiglie dei pazienti delle RSA attendono risposte concrete, sperando in un intervento che allevi il peso economico e emotivo di una situazione sempre più difficile da gestire.

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