I resti del complesso archeologico sono venuti alla luce nell’ambito di indagini durante lavori pubblici in località Ponte della Fontana
di Antonio Mariozzi
Un edificio termale di epoca romana imperiale è stato scoperto a Frosinone lungo la sponda destra del fiume Cosa. I resti del complesso archeologico sono venuti alla luce nell’ambito di indagini durante lavori pubblici in località Ponte della Fontana. È la conferma, dicono gli esperti, della presenza di insediamenti romani imperiali nel capoluogo ciociaro. Vicino al Cosa sono emersi alcuni ambienti con pavimento a mosaico (non in buono stato di conservazione) che dava accesso a una vasca realizzata in opere laterizie con rivestimento di lastre marmoree.
Nel mosaico, collocato nel secondo secolo d.C., come ha spiegato il funzionario archeologo Daniela Quadrino, sono rappresentati alcuni animali. Si presume che l’utilizzo degli ambienti sia avvenuta anche in epoca successiva. Trovate anche alcune monete. La scoperta, illustrata durante una conferenza stampa alla Villa Comunale, è stata fatta dall’equipe di archeologi guidata da Davide Pagliarosi. «Ora – ha sottolineato Paola Refice, responsabile per le province di Frosinone e Latina della Soprintendenza archeologica e delle Belle Arti -, il problema è completare gli scavi e garantire la manutenzione ordinaria». Una scoperta che consente di fare nuova luce sulla storia della Frosinone romana. Il sito archeologico, accessibile da via San Giuseppe, consente di confermare la frequentazione della sponda sinistra del fiume Cosa in epoca romana imperiale «probabilmente – spiegano gli esperti – da mettere in relazione con il rinnovamento urbanistico della città in tale periodo».
Il nuovo edificio termale romano si aggiunge a quello rinvenuto nel 2007 in zona De Matthaeis. Adesso a Frosinone si conta di realizzare un percorso archeologico per valorizzare il patrimonio storico di epoca romana. «Abbiamo dato sempre grande attenzione alla valorizzazione dei tesori della città – ha detto il sindaco Nicola Ottaviani – e se oggi tutta l’area di cui ci stiamo occupando è di pieno interesse archeologico, è perché c’è una volontà politica e popolare per valorizzare un patrimonio probabilmente trascurato in passato». Poi il sindaco è tornato sull’anfiteatro di viale Roma, dove è stata costruita una struttura moderna, parlando di «uno schiaffo a quella che è una effettiva valorizzazione dei tesori della città. È l’emblema di ciò che non si deve fare. Non stiamo qui a illudere nessuno – ha concluso -, ma abbiamo attivato un percorso mai fatto prima perché sapere da dove veniamo ci dà più forza».
fonte: Corriere.it
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