Anna Bellisario, una ragazza di 20 anni è morta il 5 febbraio 2023 all’ospedale del San Raffaele di Milano «a causa di un utilizzo erroneo del mascarpone nella produzione della crema destinata al tiramisù vegano», queste le parole del procuratore di Milano Marcello Viola. Per questo motivo è stato interrotto temporaneamente l’esercizio dell’attività per un anno nei confronti dei due responsabili della “Tiramisun”, madre e figlio.
La vicenda
La giovane era deceduta il 5 febbraio dello scorso anno dopo dieci giorni di coma per shock anafilattico provocato, da tracce di latte, a cui era fortemente allergica, contenute in un tiramisù venduto dalla società produttrice come vegano. Dolce che la giovane aveva mangiato il 26 gennaio nel corso di una cena, in compagnia del fidanzato, in un fast food in centro. Secondo le indagini, la sua morte è da ricondurre a: «all’erroneo utilizzo di mascarpone nella produzione della crema destinata al tiramisù vegano. La quantità di caseine riscontrata nel prodotto in questione, infatti, indica che il mascarpone era presente nel preparato come ingrediente e non come ‘semplice’ contaminante e che, quindi, sia risultato fatale per la vittima» allergica a latticini e uovo.
L’inchiesta
Le attività investigative si sono quindi concentrate sulla società che aveva prodotto e confezionato il tiramisù consumato a cena dalla ragazza. Dall’attività di indagine «sono fin da subito emerse molteplici criticità in ordine alle procedure produttive, alla formazione del personale, nonché alla prevenzione, eliminazione e/o riduzione dei pericoli che hanno avuto un effetto causale nella determinazione dell’evento». Riscontri di questa ipotesi sono stati acquisiti grazie ad intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione, assunzione di sommarie informazioni nonché l’interrogatorio di un dipendente. «Le condotte negligenti accertate hanno consentito la confusione tra ingredienti e preparati di origine animali (come il mascarpone) e ingredienti di origine vegetale» e hanno portato gli indagati a rispondere di omicidio colposo in concorso, si legge nella nota della procura di Milano.
Alla fine vedendo in fatti la procura ha deciso per garantire la fase di contradditorio: «Le altre posizioni inizialmente iscritte ai fini di garanzia per consentire il più ampio contraddittorio in fase di consulenza tecnica sono state stralciate e in relazione alle stesse si procederà con richiesta di archiviazione, avendo escluso l’efficienza causale delle loro condotte nella determinazione dell’evento mortale».
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