L’ex presidente ha scaldato il raduno dei conservatori repubblicani puntando il dito contro i «traditori» Ma nel partito, che acclama anche il governatore italoamericano DeSantis, cresce la fronda
Da un lato un Donald Trump che si riprende la scena alla conferenza Cpac di Orlando, il raduno dei conservatori del partito repubblicano. Dall’altro la nascita di un nuovo comitato all’interno dello stesso partito (un «super Pac») che promette di «difendere i membri del Congresso che hanno espresso un voto di coscienza contro il presidente Trump». Il Grand old party (Gop) non riesce ancora a trovare unità, ma l’ex leader ha lanciato una importante «opa» sul partito. Trump sa di avere un fortissimo seguito nella base e la gran parte di deputati e senatori repubblicani, anche per questo, resta dalla sua parte. Di contro, però, c’è anche chi vorrebbe archiviarlo.
L’altra notte l’intervento di Trump a Orlando è stato il solito show corrosivo. L’ex presidente ha fatto la «lista nera» dei nemici del partito e non è arretrato di un millimetro sulle elezioni a suo dire truccate. Ha poi promesso la riscossa nelle elezioni di midterm del 2022 e la conquista della Casa Bianca nel 2024, pur non candidandosi ancora ufficialmente. L’ex presidente ha ricordato i 75 milioni di voti conquistati e ha insistito che «bisogna riscrivere le leggi elettorali e proteggere il voto» dai dem. Trump ha elencato i nemici interni del Gop, accusandoli di tradimento. Tutto il resto è stato da manuale del trumpismo: il Green New Deal della sinistra «è ridicolo», i prezzi della benzina «saliranno alle stelle», l’apertura delle frontiere favorirà il terrorismo. L’ex presidente ha poi toccato le corde dei conservatori sull’amore per l’America e per la bandiera, sulla lotta contro il monopolio del Big Tech e contro la censura delle voci repubblicane, sul diritto a portare armi. Dopo aver smentito l’intenzione di creare un nuovo partito, molte sono state le critiche sul primo mese di Biden. Segnali dal futuro? Intanto l’emersione chiara dell’italoamericano Ron DeSantis come nuova star repubblicana: il governatore della Florida ha applicato una ricetta fatta di conservatorismo e pragmatismo e oggi appare il numero due dopo Trump nel Gop.
A opporsi a Trump è il nuovo comitato «American keeping country first», gruppo per la raccolta di fondi creato, tra gli altri, da Adam Kinzinger, uno dei dieci deputati repubblicani che hanno votato per mettere Trump in stato di accusa per l’assalto al Congresso. Nelle prossime elezioni di midterm oltre ai 10 deputati, tra i sette senatori che hanno votato per la condanna di Trump solo Lisa Murkowski, eletta in Alaska, deve affrontare la rielezione. La conferenza di Orlando ha indicato, sulla base di un sondaggio interno tra i partecipanti, Trump come nuovo candidato in pectore per il 2024. Ma per Bill Cassidy, uno dei senatori a lui contrari, invece di idolatrare Trump bisogna tornare a «parlare delle questioni, a parlare con le famiglie, con gli elettori» che hanno voltato le spalle ai repubblicani.
fonte: Avvenire
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