Questo gigante della spiritualità moderna nacque in Savoia nel castello di Sales, il 21 agosto 1567 da una famiglia nobile. Fu destinato alla magistratura ma poi, docile alla chiamata di Dio, ricevette una formazione culturale raffinata, prima ad Annecy, poi a Parigi e infine a Padova, dove si laureò in diritto civile ed ecclesiastico nel 1591.
Dopo aver rifiutato la carica di senatore di Chambéry, fu ordinato sacerdote e accettò dal suo vescovo la missione difficile e pericolosa di rievangelizzare lo Chablais (la parte più settentrionale della Savoia), che era passata al calvinismo. La predicazione persuasiva e l’infaticabile zelo, sostenuto dal coraggio nell’affrontare fatiche e pericoli per la sua vita, gli procurarono parecchie conversioni al cattolicesimo.
Le note di quel periodo (1595-1598), riunite nel Libro delle controversie, costituiscono un documento di apologetica cattolica degno dei grandi Padri della Chiesa. A 32 anni fu designato vescovo coadiutore di Annecy e tre anni dopo vescovo titolare di Ginevra, con residenza ad Annecy.
Oltre che operare come zelante pastore e direttore di anime, fondò con santa Francesca Frémyot de Chantal l’Ordine della Visitazione, che egli aveva immaginato in modo da consentire alle religiose di recarsi nelle case dei poveri e dei malati per servirli, ma al quale venne poi, contro sua voglia, imposta la clausura. Morì a Lione il 28 dicembre 1622.
L’opera sua più famosa, oltre al Teotimo, Trattato dell’amor di Dio in cui riassume tutta la sua dottrina mistica, è la Filotea o Introduzione alla vita devota. Questo bestseller del secolo XVII divenne come una specie di breviario spirituale per i laici, un libro di ascetica alla portata di tutti, che offre ai cristiani volonterosi una via «sicura, facile e dolce», come afferma il Breve per la sua proclamazione a dottore della Chiesa nel 1887. Fu canonizzato nel 1665 e nel 1923 Pio XI lo destinò patrono dei giornalisti (e dunque anche di chi vi parla) e degli scrittori cattolici.
Perché è patrono dei giornalisti
Il padre, che sognava per lui una brillante carriera giuridica, lo mandò all’università di Padova, dove Francesco si laureò, ma dove pure portò a maturazione la vocazione sacerdotale. Ordinato il 18 dicembre 1593, fu inviato nella regione del Chablais, dominata dal Calvinismo, e si dedicò soprattutto alla predicazione, scegliendo non la contrapposizione polemica, ma il metodo del dialogo.
Per incontrare i molti che non avrebbe potuto raggiungere con la sua predicazione, escogitò il sistema di pubblicare e di far affiggere nei luoghi pubblici dei “manifesti”, composti in agile stile di grande efficacia. Questa intuizione, che dette frutti notevoli tanto da determinare il crollo della “roccaforte” calvinista, meritò a S. Francesco di essere dato, nel 1923, come patrono ai giornalisti.
Volle poi di affrontare la sfida più impegnativa per quei tempi e chiese, quindi, di essere inviato a Ginevra, culla del calvinismo. Qui si spese nella pastorale e nel dibattito teologico con gli esponenti della Riforma. Divenne vescovo della città nel 1602. Morì a Lione il 28 dicembre 1622.
Be the first to comment on "24 Gennaio: SAN FRANCESCO DI SALES (patrono dei giornalisti)"